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Caro Bollette Luce e Gas: 11 Cause dell’Aumento dei Prezzi

Il notevole aumento delle bollette di luce e gas (il cosiddetto caro bollette) che le famiglie e le imprese italiane si sono trovate ad affrontare negli ultimi mesi è un tema di grande interesse e preoccupazione allo stesso tempo.

A partire dalla pandemia di COVID fino ad oggi, la forte instabilità dei prezzi delle bollette è entrata a far parte del nostro quotidiano. Perchè c’è stato un cambiamento così improvviso?

Caro bollette

Questo articolo ti darà la risposta alla domanda, analizzando in profondità le complesse dinamiche e i molteplici fattori che sono alla base del problema.

Esamineremo nel dettaglio l’impatto che la speculazione, gli eventi geopolitici, le condizioni meteorologiche estreme e i trend economici internazionali hanno avuto sul mercato del gas naturale.

Analizzeremo, inoltre, il ruolo chiave delle importazioni di GNL e delle capacità di rigassificazione per comprendere i meccanismi di formazione dei prezzi del gas in Europa.

aumento bollette cause

Successivamente, dedicheremo attenzione anche alle fonti rinnovabili e al carbone, per capire come queste fonti energetiche alternative interagiscano con il mercato del gas. Infine, cercheremo di valutare le prospettive future, tra incertezze sulla domanda cinese, maggiore produzione nazionale e sviluppo di energie pulite.

In sintesi, uno sguardo a 360 gradi sul complesso mondo del caro energia, con l’obiettivo di interpretare al meglio un fenomeno che sta producendo un forte impatto economico e sociale nel nostro Paese. Un viaggio tra dati, trend e scenari futuri per comprendere a fondo le motivazioni dietro i rincari in bolletta che ci troviamo ad affrontare.

1. Caro bollette e speculazione nella borsa del gas di Amsterdam

Come sappiamo, quando parliamo di caro energia, ci riferiamo all’aumento dei prezzi dell’energia e del gas che colpisce le tasche dei cittadini e delle imprese. Ma da dove proviene esattamente questo rincaro? E’ possibile che il problema nasca da meccanisimi e dinamiche che iniziano oltre i confini del nostro paese?

Hai indovinato: la risposta è affermativa. In Olanda (ad Amsterdam) esiste un “hub virtuale” (un punto di scambio in cui produttori, acquirenti e investitori si riuniscono per effettuare la compra-vendita di gas) noto con il nome di indice TTF gas, che ha assunto un ruolo inaspettato nel modellare l’intero panorama energetico europeo.

Si tratta di molto più che semplici dinamiche di domanda e offerta: il gioco della speculazione ha cambiato le carte in tavola, gettando la sua ombra lunga sull’Europa.

Ecco come funziona. Gli investitori, guardando al di là del vero valore del gas come risorsa, hanno iniziato a giocare con il suo prezzo come se fosse una mera scommessa (un vero e proprio trading sui contratti Futures del gas). L’effetto domino di queste scommesse ha creato un circolo vizioso, con il rincaro energetico che ha preso piede, spingendo le bollette in una spirale ascendente.

speculazione in borsa causa aumento bollette

Ricapitolando, può un mercato virtuale, nascosto nelle strade di Amsterdam, avere davvero un impatto così massiccio sul caro bollette che tutti noi sentiamo? Ora conosciamo la risposta, che risiede nella complessa interazione tra finanza, speculazione e realtà dell’energia.

Il risultato è che anche quando le risorse non scarseggiano e le forniture vengono regolarmente compensate, le nostre bollette possono continuare a salire nonostante non siano presenti i fattori che provocano l’aumento del costo del gas.

Lo stesso discorso vale per l’energia elettrica, dal momento che gran parte di essa viene prodotta nelle centrali a gas (il prezzo dell’energia segue quasi sempre in modo sistematico quello del gas).

Nei prossimi minuti, vedremo nel dettaglio quali sono questi fattori ai quali abbiamo accennato. Nel frattempo, diventa sempre più evidente come la soluzione non risieda solo nel modo in cui consumiamo il metano o nelle “normali” dinamiche della domanda e dell’offerta del gas (che stiamo per analizzare), ma anche nel modo in cui viene scambiato e utilizzato a fini speculativi nei mercati virtuali.

2. Quantità di energia elettrica prodotta nei reattori nucleari

La produzione di energia elettrica da centrali nucleari ha un impatto significativo sulla domanda di gas naturale e quindi sull’andamento del prezzo di luce e gas nelle nostre bollette (la voce “materia prima energia” o “materia prima gas”). Infatti, sia il nucleare che il gas sono fonti energetiche chiave utilizzate per generare elettricità e fornire riscaldamento in diversi settori, come residenziale, industriale e commerciale.

Le centrali nucleari generano energia mediante il processo di fissione nucleare, ovvero il processo di divisione degli atomi per rilasciare un grande quantitativo di energia sotto forma di calore. Il calore generato è successivamente impiegato nella produzione di vapore che aziona le turbine e produce elettricità.

Se vi è un aumento nella produzione di energia elettrica da centrali nucleari, ad esempio a causa dell’entrata in funzione di nuove centrali o dell’estensione della vita operativa delle esistenti, ciò può portare a una maggiore disponibilità di energia nucleare sul mercato energetico.

energia prodotta nei reattori nucleari

Di conseguenza, la domanda di gas naturale potrebbe diminuire poiché gli operatori del mercato optano per l’energia nucleare più abbondante e potenzialmente più economica rispetto al gas naturale.

Questa riduzione della domanda di gas naturale può avere ripercussioni sui prezzi nel TTF (l’hub virtuale principale per lo scambio all’ingrosso del gas in Europa) e conseguentemente anche sul valore del PSV gas (il prezzo del gas scambiato in Italia).

Se i consumatori preferiscono l’energia nucleare al gas naturale a causa della sua maggiore disponibilità o dei costi più bassi, la domanda complessiva di gas nel TTF e nel PSV può diminuire.

Quando la domanda si riduce, i prezzi del gas tendono a calare in quanto gli operatori di mercato cercano di vendere il gas disponibile a prezzi più bassi per attirare i consumatori e bilanciare l’offerta.

Tuttavia, è importante notare che varie considerazioni possono influenzare le dinamiche tra l’energia nucleare e il gas naturale sul mercato energetico.

Ad esempio, le preoccupazioni sulla sicurezza delle centrali nucleari o le politiche governative volte a promuovere la transizione verso fonti energetiche rinnovabili potrebbero alterare la relazione tra la produzione nucleare e la domanda di gas naturale.

Pertanto, è cruciale monitorare attentamente sia le tendenze della produzione nucleare che quelle del mercato del gas naturale per comprendere appieno il loro impatto reciproco sull’aumento delle bollette della luce e del gas (o la loro diminuzione).

3. Maggior consumo di gas in inverno: incide sull’aumento delle bollette?

Durante i gelidi mesi invernali, quando le temperature scendono e il freddo morde, il consumo di gas sale alle stelle.

Sia nelle case che nelle aziende, il riscaldamento diventa una necessità assoluta per garantire comfort e produttività. In questo contesto, la domanda di gas naturale cresce vertiginosamente, alimentando un mercato in continua evoluzione.

Questa escalation stagionale nella domanda di gas naturale ha un impatto diretto sui fenomeno del caro bollette.

Immagina un inverno particolarmente rigido, con temperature polari che persistono per settimane; la domanda di gas raggiunge livelli straordinari mentre tutti cercano di mantenere caldi e operativi gli ambienti domestici e lavorativi.

Inoltre, se a queste condizioni meteorologiche estreme si aggiungesse una carenza temporanea di approvvigionamento (magari dovuta a interruzioni nella produzione o a problemi logistici) la situazione diventerebbe ancora più critica.

I prezzi del gas nel TTF e nel PSV potrebbero così schizzare verso l’alto (come infatti è già accaduto nel 2022), alimentati dalla concorrenza tra i singoli Stati, che vogliono assicurarsi le risorse energetiche indispensabili per affrontare l’inverno.

Mentre leggi queste righe, probabilmente riesci quasi a sentire il freddo pungente dell’inverno e l’ansia dei consumatori che si chiedono se avranno a disposizione il gas necessario per riscaldarsi.

rincari luce gas

Purtroppo non è uno scenario di fantasia, ma piuttosto un esatto resoconto di quanto già avvenuto pochi mesi fa (nel 2022).

I governi, infatti, parlavano di “razionamenti” del gas e dell’elettricità, e intere nazioni (il Pakistan e il Bangladesh su tutte) non sono riuscite ad acquistare quantità sufficienti di gas per l’inverno, a causa delle aste che facevano aumentare a dismisurail prezzo di acquisto.

Ecco quindi come funziona il mercato: la domanda e l’offerta si influenzano a vicenda, creando un’incessante battaglia tra forze competitive che determinano i prezzi nel TTF, nel PSV, nella borsa elettrica italiana (nella quale viene determinato il valore del PUN giornaliero) e negli altri mercati all’ingrosso regionali.

In questo affascinante gioco di equilibri, è fondamentale comprendere come il consumo di gas invernale incida sui prezzi delle materie prime energia e gas. Solo così possiamo comprendere le oscillazioni dei costi ed essere preparati ad affrontare nel migliore dei modi gli eventuali rincari in bolletta che si presentano.

4. Impatto delle condizioni meteo sul prezzo di luce e gas

Così come le foglie cambiano colore in autunno, il meteo lascia il segno sul mercato del gas nel corso delle varie stagioni. Un protagonista invisibile, ma potente, che può dare una svolta al destino di consumatori e produttori.

Pensa a un’estate torrida, dove il sole cocente incendia i terreni e l’aria condizionata diventa un bene prezioso per combattere il caldo soffocante. Oppure immagina gli inverni gelidi, con le temperature che scendono sotto lo zero e la neve che copre ogni cosa. In entrambi i casi, è il meteo a dettare le regole del gioco nella domanda di gas.

Ma cosa succede quando madre natura si mette di traverso? Le tempeste estive o le bufere invernali possono ostacolare la produzione di energia e l’estrazione di gas. Gli impianti rallentano o addirittura si fermano, causando interruzioni temporanee o prolungate nell’offerta di gas.

Ed è proprio in queste situazioni che assistiamo a una reazione a catena nel mercato: con l’offerta ridotta, la concorrenza tra i singoli Paesi si intensifica, nel tentativo di accaparrarsi le risorse disponibili.

Il risultato? I prezzi del gas salgono vertiginosamente e conseguentemente le nostre bollette della luce e del gas aumentano improvvisamente.

Condizioni meteo influenzano i prezzi delle bollette

In questo scenario estremamente mutevole, conoscere e prevedere l’impatto delle condizioni meteorologiche sul mercato del gas (e conseguentemente quello dell’energia) diventa fondamentale per tutti gli addetti ai lavori nei mercati all’ingrosso.

Solo così ogni nazione sarà in grado di destreggiarsi tra momenti di abbondanza e periodi di scarsità, garantendo la continuità del servizio energetico e lo stile di vita a cui i cittadini sono abituati.

5. Quantità di energia eolica prodotta

Quando il vento soffia forte, è una buona notizia nel mondo delle energie rinnovabili.

L’alta ventosità alimenta la produzione di energia eolica, un’alternativa più sostenibile (e non soggetta ad esaurimento) rispetto al gas naturale nella generazione energetica.

Ecco perché in questi periodi tutto cambia: il mercato, le strategie e persino il prezzo dell’energia elettrica e del gas.

Abbiamo tutti visto almeno una volta un paesaggio costellato di pale eoliche che ruotano velocemente sotto l’impulso dei venti impetuosi. Grazie a quest’energia pulita, la domanda di gas naturale cala sensibilmente.

Produzione di energia eolica per diversificare l'approvvigionamento energetico

È una sorta di tregua tra l’uomo e la terra: quando il vento ci regala energia rinnovabile in abbondanza, possiamo ridurre l’utilizzo del gas naturale e dare un respiro all’ambiente.

Ma come si riflette questo fenomeno sul mercato?

La risposta è nell’andamento delle materie prime luce e gas nel TTF (l’hub olandese diventato il fulcro dello scambio all’ingrosso del gas in Europa), negli altri hub nazionali (fra i quali il PSV italiano) per il commercio del gas e nella Borsa Elettrica Italiana.

Quando la produzione eolica cresce a dismisura durante i periodi più ventosi, la domanda di gas naturale si contrae temporaneamente. Di conseguenza, il problema del caro bollette (laddove presente) viene temporaneamente arginato.

In questa danza tra risorse naturali ed energie alternative, chi ne esce vincitore è il pianeta stesso: meno dipendenza dal gas naturale significa minor impatto ambientale e un passo verso un futuro più verde.

Conoscere queste dinamiche ci permette di comprendere perchè le nazioni cercano di aumentare sempre di più la produzione di energia dalle fonti rinnovabili. Quando il vento soffia a nostro favore, ne beneficiano le nostre tasche, l’economia del nostro Paese e l’ambiente in cui viviamo.

6. Crisi economiche e geopolitiche: sono correlate agli aumenti in bolletta?

Quando l’economia vacilla, i mercati energetici ne subiscono le conseguenze. La variazione dell’attività produttiva dovuta a crisi economiche scatena un effetto domino sulle dinamiche legate all’aumento o alla diminuzione delle bollette dell’energia e del gas.

È in questi momenti, infatti, che si scopre come una recessione possa incidere su un settore tanto vitale quanto quello energetico.

Nei periodi di incertezza economica, la produzione industriale perde terreno, mentre la domanda di energia per riscaldamento ed elettricità cala inesorabilmente.

Questo fenomeno ha ripercussioni dirette sui prezzi del gas metano e dell’energia nei diversi paesi, con gli indici di riferimento nazionali che registrano fluttuazioni sostanziali.

Impatto delle crisi economiche e geopolitiche sull'aumento delle bollette della luce e del gas

Ad esempio, come già sappiamo, in Italia utilizziamo il PUN (Prezzo Unico Nazionale) per l’energia elettrica e il PSV (Punto di Scambio Virtuale) per il gas.

Le variazioni dei prezzi, a loro volta, sono influenzate dagli squilibri tra domanda e offerta nei principali hub virtuali dove operatori del settore (quali produttori, Stati acquirenti, distributori, trader e gestori) si incontrano per acquistare e vendere.

Durante i tempi difficili, con l’attività produttiva ai minimi storici e il consumo energetico in declino, assistiamo a una riduzione dei prezzi del gas naturale negli hub virtuali.

È come se un pezzo mancante nel puzzle economico rendesse instabile tutto il sistema.

D’altro canto, ogni sfida porta con sé opportunità. In contesti simili, sia le aziende che i consumatori possono approfittare dei prezzi più bassi per ridurre i costi energetici e investire in soluzioni sostenibili ed efficienti dal punto di vista energetico.

Inoltre, le crisi economiche potrebbero spingere i governi a riconsiderare le proprie politiche energetiche e ricercare nuove fonti di approvvigionamento. Potenzialmente, un tale contesto può innescare innovazioni e creare nuove opportunità di crescita economica.

Tuttavia, l’esperienza del 2022 (quando i prezzi di luce e gas sono schizzati alle stelle) ci insegna che risulta molto difficile vedere il bicchiere mezzo pieno nel momento in cui le aziende si ritrovano costrette a chiudere e i cittadini fanno fatica a pagare le proprie bollette.

7. Il peso invisibile del GNL sui rincari di luce e gas

Siamo immersi in un mondo in cui le risorse energetiche rappresentano una componente chiave della nostra esistenza. In questa affascinante arena, le dinamiche della compravendita di gas naturale liquefatto (GNL) sul mercato globale è una delle cause principali dell’aumento delle bollette.

ruolo del GNL nell'andamento dei prezzi di luce e gas

Ma quali sono le forze che governano la disponibilità di GNL per l’importazione? Scopriamo insieme come capacità produttive e dinamiche della domanda e dell’offerta si intrecciano in una danza che può influenzare i prezzi del gas negli indici TTF, PSV e PUN.

Capacità produttive dei Paesi esportatori: gli attori dietro le quinte

Le nazioni esportatrici di GNL detengono il potere di determinare quanta energia viene immessa sul mercato internazionale. Il loro livello produttivo è influenzato da vari fattori, tra cui risorse naturali, tecnologie impiegate e politiche interne.

  • Gli Stati Uniti sono cresciuti rapidamente negli ultimi anni, grazie a società come Cheniere Energy, Venture Global LNG, Tellurian, Sempra, Freeport LNG e Dominion Energy. Questo sviluppo li ha portati ad essere uno dei principali esportatori di GNL.
  • Il Qatar è da tempo un leader nel settore del GNL, con una capacità di esportazione ampiamente riconosciuta.
  • Anche l’Australia occupa una posizione importante nella classifica degli esportatori di GNL, grazie alla sua ricchezza di risorse naturali e all’appoggio del governo per lo sviluppo del settore.

Se questi Paesi decidono di aumentare la produzione o accrescere le proprie capacità estrattive, ciò può avere un impatto significativo sulla quantità di GNL disponibile per l’importazione a livello globale.

Dinamiche della domanda globale: un ingranaggio in costante movimento

La domanda mondiale di energia è sempre in evoluzione, spinta da fattori quali crescita economica, urbanizzazione e progresso tecnologico. Questa mutevolezza genera una tensione costante tra i Paesi esportatori di GNL e quelli importatori, che cercano di bilanciare le loro necessità energetiche con l’offerta disponibile.

Se si riesce ad aumentare l’offerta di GNL sul mercato internazionale, ad esempio attraverso nuove fonti di approvvigionamento o investimenti in infrastrutture di trasporto, ciò può contribuire a ridurre la pressione sui prezzi del gas (e dell’energia) a livello mondiale.

Un’offerta più abbondante e diversificata permette infatti una maggiore stabilità dei prezzi e una diminuzione della dipendenza dalle singole nazioni esportatrici.

8. Domanda cinese di GNL: quanto ci costa?

La Cina è il secondo importatore mondiale di gas naturale. Pertanto, la domanda cinese di GNL influisce in modo determinante sui prezzi del gas sia all’ingrosso che al dettaglio.

Nel 2023 la Cina dovrebbe tornare a trainare l’economia globale, dopo un rallentamento dovuto alle rigide restrizioni anti-Covid nel 2022. Queste ultime, infatti, hanno frenato l’economia cinese, limitando la crescita del PIL al 3% (un dato decisamente inferiore al 5,5% previsto dal governo e soprattutto se paragonato all’8,4% del 2021).

Se l’economia del Dragone dovesse espandersi rapidamente, secondo le stime dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) la sua domanda di gas naturale potrebbe aumentare fino al 35% il prossimo anno.

La domanda cinese di GNL influisce sul prezzo del gas in Italia e nel resto del mondo

Un simile aumento della domanda cinese di GNL farebbe salire la competizione globale per l’approvvigionamento di questa fonte energetica e potrebbe causare un rialzo del prezzo del gas a livelli “insostenibili”, come quelli visti la scorsa estate.

D’altro canto, un aumento più contenuto della domanda, ad esempio del 7% come previsto da BloombergNEF, potrebbe comunque esercitare una pressione al rialzo sui prezzi, sebbene in misura minore.

L’outlook sulla domanda di gas della Cina rimane però incerto e complicato. Sebbene ci si aspetti un rimbalzo della domanda, è improbabile che raggiunga i livelli record del 2021 secondo gli esperti.

Attualmente, la Cina dispone di scorte di gas molto elevate e prezzi interni bassi. Ciò è dovuto ai seguenti motivi:

  • La produzione nazionale di gas è in crescita, stimata intorno al 40%
  • Le importazioni tramite gasdotti sono anch’esse in aumento, soprattutto quelle dalla Russia

Tutto questo limiterà lo spazio per un consistente incremento delle importazioni marittime di Gnl. Si ritiene, quindi, che gli importatori cinesi stiano tentando di deviare le spedizioni di GNL verso l’Europa, come conseguenza di una domanda più debole.

Pertanto, secondo gli analisti, nel 2023 le importazioni cinesi di GNL potrebbero raggiungere quota 33,6 milioni di tonnellate, un dato ben al di sotto dei massimi storici dell’estate 2021 e inferiore del 17% rispetto all’estate del 2022.

Il mix di approvvigionamento della Cina tenderà dunque a diversificarsi, riducendo in parte la pressione sui prezzi globali.

Nel frattempo, anche altri Paesi asiatici come India e Thailandia stanno tornando rapidamente sul mercato del GNL, accrescendo la concorrenza globale per il gas. Ciò potrebbe vanificare le conseguenze positive di una minore domanda cinese e rendere il quadro ancora più complesso e incerto per l’Italia e gli altri paesi europei.

L’Europa ha superato l’inverno grazie al risparmio energetico, a un inverno mite e a importazioni record di GNL, che hanno abbassato i prezzi del gas dell’80%. Tuttavia, il futuro andamento dei prezzi del gas in Europa dipenderà in larga misura dalle dinamiche della domanda cinese.

Se quest’ultima dovesse riprendersi più rapidamente del previsto, la conseguente pressione sul mercato globale del GNL si tradurrebbe in nuovi rincari nelle bollette dei consumatori europei.

La Cina, sebbene geograficamente lontana, influenzerà i prezzi delle materie prime più della stessa Russia. Pertanto, per comprendere l’evoluzione del mercato europeo del gas non possiamo ignorare quanto accade in estremo oriente. Il dragone, più che l’orso, è da temere.

9. Capacità di rigassificazione del GNL

Quando si parla di gas naturale, la capacità di rigassificazione del GNL è un fattore cruciale che influisce sul caro energia e sui rincari nelle bollette del gas.

La rigassificazione è il processo che consente di trasformare il GNL, trasportato nelle metaniere, nuovamente in gas naturale, permettendone la distribuzione attraverso reti e gasdotti.

Dal momento che il metano liquefatto presenta un’alta densità energetica per unità di volume, consente l’importazione del gas da paesi produttori a consumatori con un impatto minore sulle infrastrutture di trasporto. E’ per questo che il GNL è così importante.

Le infrastrutture di rigassificazione, quindi, determinano l’effettiva capacità di un paese o di un continente nel trattare il GNL importato. L’aumento della capacità di rigassificazione del GNL può portare diversi benefici al mercato del gas metano.

Importanza della capacità effettiva di rigassificazione del GNL nell'andamento del prezzo del gas

In Europa, per esempio, diverse nazioni importano GNL in risposta a una crescente domanda di gas metano, causata dalla diminuzione delle risorse di gas naturale e dalle tensioni politiche, come quelle con la Russia e l’Ucraina.

Prima di tutto, un maggior numero di impianti di rigassificazione consente una maggiore diversificazione delle fonti di approvvigionamento, riducendo la dipendenza da un singolo paese, come la Russia, e limitando l’impatto delle fluttuazioni politiche sul mercato.

Inoltre, la capacità di rigassificazione del GNL può contribuire a bilanciare l’offerta e la domanda di gas naturale nel mercato europeo, stabilizzando i prezzi e garantendo un approvvigionamento costante.

Ad esempio, durante periodi di crisi o di bassa disponibilità dei gasdotti, l’importazione di GNL può garantire una fornitura aggiuntiva di gas metano in Europa, limitando l’aumento dei prezzi.

Infine, è importante sottolineare che la rigassificazione del GNL richiede un investimento significativo nelle infrastrutture necessarie, come gli impianti di liquefazione, i vaporizzatori e le reti di distribuzione onshore.

Tuttavia, se gestita in modo efficiente e con una politica energetica adeguata, la capacità di rigassificazione può portare a risparmi energetici e a un maggiore controllo dei prezzi del gas metano nel lungo termine.

10. Impatto della siccità sui nostri costi in bolletta

La siccità è un problema che può avere effetti devastanti sulla nostra società. Oltre a causare problemi all’agricoltura e alla disponibilità di acqua potabile, essa può anche avere un impatto significativo sull’aumento della domanda e dei prezzi del gas naturale.

Ciò che forse non tutti sanno è che la mancanza di acqua può influire sulla produzione di energia idroelettrica. Si tratta di una delle fonti di energia rinnovabile più importanti e utilizzate al mondo, che tuttavia, come la parola stessa suggerisce, dipende direttamente dalla disponibilità d’acqua.

Ci troviamo quindi di fronte ad una carenza di energia idroelettrica, che costringe gli Stati a cercare altre fonti di approvvigionamento (quindi, inevitabilmente, il gas) per soddisfare il proprio fabbisogno energetico.

Conseguenze della siccità sugli aumenti delle bollette di luce e gas

Tuttavia, questo aumento della domanda porta ad un aumento dei prezzi all’ingrosso del gas naturale, con conseguenze rilevanti (il famigerato caro bollette) sulle aziende e sui consumatori finali.

Imprese di ogni settore si trovano infatti a dover sostenere costi più elevati, con inevitabili ripercussioni sui prezzi dei beni e dei servizi offerti ai consumatori.

Ecco quindi che forti episodi di siccità, come quello verificatosi nel 2022 nell’area del Mediterraneo e dell’Europa Occidentale (il più grave degli ultimi 500 anni), fanno saltare gli equilibri fra la domanda e l’offerta di energia.

In tal modo, i governi si ritrovano costretti a cercare altre fonti di approvvigionamento, con gravi difficoltà a riempire gli stoccaggi in breve tempo e a costi contenuti.

11. Quantità di energia prodotta nelle centrali a carbone

La crescente conversione delle centrali elettriche dal gas naturale al carbone in diversi Paesi europei potrebbe avere effetti significativi sui prezzi del gas in Italia e in Europa.

Il carbone è una fonte energetica più economica del gas, quindi un suo maggiore utilizzo come combustibile per la produzione di energia elettrica comporterebbe una riduzione della domanda di gas naturale da parte del settore energetico.

Questo fenomeno è già visibile in alcune realtà come la Polonia, che negli ultimi anni ha notevolmente aumentato la propria capacità produttiva nelle centrali a carbone, riducendo i volumi di gas importati.

Di conseguenza, una progressiva sostituzione del gas con il carbone in altri Paesi potrebbe tradursi in una diminuzione dei consumi di gas naturale in Europa, con un impatto al ribasso sui prezzi nel TTF e nel PSV.

D’altra parte, le normative ambientali più stringenti, come il sistema di scambio di quote di emissione ETS, rendono l’utilizzo del carbone più costoso, incentivando il passaggio a fonti energetiche meno inquinanti come il gas naturale.

produzione di energia nelle centrali a carbone

Questa sembra essere la posizione dell’Italia. Il Governo italiano ha annunciato l’intenzione di abbandonare gradualmente la produzione di energia dal carbone entro il 2025, in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione e contrasto al cambiamento climatico.

Attualmente, l’Italia produce una quota marginale di energia elettrica da centrali a carbone, pari a circa il 7% del totale (anche se in aumento di oltre il 60% rispetto al 2021).

Pertanto, una eventuale sostituzione del carbone con il gas come fonte per la produzione elettrica avrebbe un impatto limitato sui consumi di gas in Italia e di conseguenza sui prezzi all’ingrosso.

Tuttavia, politiche più rigorose sulle emissioni climalteranti potrebbero supportare la domanda di gas naturale da parte del settore energetico, con effetti al rialzo sui prezzi delle bollette della luce e del gas.

In sintesi, la competizione tra gas naturale e carbone come fonte energetica per la produzione di elettricità è un fattore chiave da monitorare per comprendere l’evoluzione dei consumi di gas in Europa e la dinamica dei prezzi delle materie prime.

Le politiche governative in ambito energetico e ambientale saranno determinanti per orientare questa competizione in un senso o nell’altro, influenzando la domanda di gas e l’andamento delle quotazioni nei principali hub europei.

Nei prossimi anni sarà cruciale osservare se il trend di sostituzione del carbone con il gas si consoliderà, sostenuto da obiettivi di decarbonizzazione più stringenti, o se invece il price gap tra i due combustibili e considerazioni di sicurezza energetica spingeranno verso un riequilibrio del mix energetico che potrebbe favorire maggiori importazioni di carbone.

Lo scenario prevalente avrà un impatto rilevante sul caro bollette in Italia e in Europa.

Domande Frequenti sul Caro Bollette

Caro bollette: quanto durerà?

La durata del caro bollette è una questione complessa, che dipende da da numerosi fattori, sia a livello nazionale che globale.

L’esito sarà fortemente influenzato dalle fluttuazioni dei prezzi delle risorse naturali nel mercato globale. Se i prezzi del petrolio, del gas e di altre risorse chiave rimarranno elevati o continueranno a crescere, è probabile che ciò si rifletta sulle bollette dei consumatori.

Inoltre, le politiche energetiche nazionali e internazionali giocano un ruolo cruciale. L’Italia sta cercando di aumentare la sua dipendenza dalle energie rinnovabili, che a lungo termine potrebbero contribuire a stabilizzare o ridurre i costi energetici. Tuttavia, nel breve termine, l’investimento nelle infrastrutture necessarie potrebbe causare ulteriori pressioni sui prezzi.

La situazione potrebbe anche essere influenzata da eventuali interruzioni nell’offerta o da tensioni geopolitiche che influenzano l’accesso e il costo delle risorse energetiche. Inoltre, la domanda globale di energia, guidata dalla crescita economica in paesi chiave come Cina e India, influenzerà sicuramente i prezzi.

In conclusione, è difficile prevedere con precisione quanto durerà il caro bollette, ma è essenziale monitorare continuamente i fattori sopra citati (l’andamento dei prezzi delle materie prime, le politiche energetiche nazionali e globali, le tensioni geopolitiche e la domanda di gas da parte dei principali paesi importatori, a partire dalla Cina).

Ciò che è certo è che la diversificazione delle fonti energetiche e l’investimento in tecnologie più efficienti e sostenibili sono passi fondamentali per affrontare e mitigare l’attuale scenario di costi energetici elevati.

Cosa sta facendo il Governo per contrastare l’aumento delle bollette?

Il Governo italiano, in risposta alle crescenti preoccupazioni dei cittadini riguardo il caro energia e gas, sta lavorando da oltre un anno per cercare di tamponare e contrastare questo fenomeno.

La strategia del Governo riguardo l’aumento delle bollette consiste nel combinare misure a breve termine per fornire un sollievo immediato ai cittadini (i Bonus sociali per le famiglie numerose e/o a basso reddito, l’azzeramento degli oneri generali e l’IVA ridotta al 5%), con strategie a lungo termine (investimenti nelle energie rinnovabili, diversificazione delle fonti di approvvigionamento e negoziazioni a livello europeo) per garantire una maggiore stabilità e sostenibilità del sistema energetico.

Cosa fare di fronte ai rincari delle bollette?

In sintesi, alcune delle cose che possiamo fare di fronte ai rincari delle bollette della luce e del gas includono investire in soluzioni di efficienza energetica per la propria abitazione (miglioramento dell’isolamento termico, acquisto di lampade a LED e scelta di elettrodomestici di classe energetica superiore), monitorare i propri consumi energetici (spegnimento degli elettrodomestici quando non vengono utilizzati e uso del condizionatore o del riscaldamento solo quando strettamente necessario) e infine confrontare le diverse offerte sul mercato libero (cambiare fornitore o piano tariffario può spesso portare a significativi risparmi).

Ecco i prossimi passi

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